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Luigi Salvatori - Il desiderio dell’invisibile

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Indirizzo:
Via Giulia, 71
00186 - Roma - (RM)





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335.6584028

Membro di:
100 Pittori di Via Margutta

 

Luigi Salvatori

Pittore

LUIGI SALVATORI nasce il 25 ottobre 1951 a Palestrina, antica cittadina alle porte di Roma. Nipote d'arte, inizia a Roma l'attività pittorica in giovane età seguendo la sua forte inclinazione naturale. Già nel 1961 viene selezionato per esporre presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di via Nazionale di Roma. Completati gli studi liceali ed artistici, si laurea in architettura nel 1976.

Inizia la sua attività professionale nel campo della pittura e dell'arte sacra e comunitaria, del restauro e progettazione di Chiese, di vetrate artistiche, iconografie ed arredi sacri in Italia ed all'estero. Effettua studi e ricerche storico artistiche sull'archeologia cristiana. Nel 1982 consegue un attestato benemerito della Pontificia Commissione per l'Arte Sacra. In collaborazione con la Domus Dei di Roma, centro di realizzazione per l'Arte Sacra, partecipa ad esposizioni, mostre, rassegne e iniziative culturali; le sue opere sono presenti in innumerevoli Chiese e ambienti comunitari, nonché in collezioni private in Italia ed all'estero.

Nel 1981 riceve l'annuncio di una esperienza di vita cristiana nella sua totalità e profondità ed inizia un cammino di conversione e di Fede. Nella situazione esistenziale dell'uomo che vive in un mondo dominato da segni di morte e di tristezza, il Kerygma della risurrezione di Cristo risuona come una buona notizia: nell'uomo liberato dalla paura della morte nasce l'amore cristiano, l'amore nella dimensione della croce: la nuova storia porta a riconoscere che Dio è Padre e Creatore del cielo e della terra e di tutte le meraviglie dell'universo. Questa novità si manifesta nelle opere dell'artista nella sua maturità dal 1993 e si riflette nelle impressioni dei suoi paesaggi e nelle immagini della Città Eterna, dove prendono forma il colore, la luce, il sole.

Nel 1995 incontra Alberto Vespaziani e Giampiero Toccaceli, pittori aderenti alla storica "Associazione Cento Pittori Via Margutta" e con loro incomincia una nuova fase della sua attività pittorica, esponendo le sue opere nelle numerose manifestazioni a cielo aperto negli splendidi scenari di via Margutta, e delle più belle piazze di Roma e città del Lazio e d'Italia. Nel 1998 entra a far parte del Consiglio Direttivo dei CENTO PITTORI, in qualità di fiduciario per gli affari generali impegnandosi nella vita attiva della stessa Associazione.

Nel 2009, pur rimanendo nell'esecutivo dell'Associazione Cento Pittori via Margutta, insieme al pittore Giuseppe Marchetta, da' vita ad una nuova Associazione artistica, l'Associazione "ARTISTI ROMANI VIA GIUUA", con l'intento e lo scopo di promuovere, valorizzare e diffondere l'Arte e la Cultura. La sede dell'Associazione diventa luogo di incontro tra i tanti artisti che vogliono confrontarsi sui temi dell'arte, organizzare insieme dibattiti, conferenze, mostre ed iniziative espositive.
Associazione 100 pittori di Via Margutta

 

Luigi Salvatori e la ricerca della verità nell’arte di Simona Scaldaferri, storica dell’arte - 2013 “La pittura di Luigi Salvatori è il risultato di una ricerca interiore sul senso dell’esistenza, che mira ad ampliare i suoi orizzonti oltre l’osservazione diretta del mondo, fino ad assumere un carattere di intensa spiritualità e di profonda adesione a valori universali. L’artista, animato dal desiderio di riconoscere la bellezza e la trascendenza delle cose sensibili, opera un processo di trasfigurazione della realtà a partire dalle immagini sedimentate nella memoria, che risultano così alterate sulla tela con i colori fusi e le forme evanescenti di una visione onirica. Salvatori unisce la tradizione del vedutismo a uno sguardo personale sul mondo, in grado di cogliere in maniera ampia e immediata la realtà naturale e architettonica di Roma, nella sua totale bellezza carica di storia, senza esaltazioni, ma piuttosto, con un velo di nostalgia per un passato glorioso che si teme non tornerà mai più. È proprio il coinvolgimento personale dell’artista a rendere speciale ogni luogo ritratto e l’atmosfera tersa dei cieli della Città Eterna quasi palpabile. I colori accesi, i contrasti audaci di tinte calde e fredde, costituiscono il mezzo prediletto dal pittore per esprimere la sua visione della città: non una veduta comune, riconoscibile in ogni piccolo dettaglio, ma un’immagine che ha origine nel profondo di sé, lì dove il ricordo convive con le emozioni e l’individuale si identifica con l’universale. Le rovine sembrano sciogliersi sotto il sole ardente, mentre la luce accecante attraversa e sfalda i colonnati e gli antichi monumenti. Storia e natura si uniscono in un abbraccio intenso, in cui diviene difficile distinguere dove finisce l’una e inizia l’altra. Il cielo, la terra e le creazioni generate dalla mano dell’uomo sono parti tutte ugualmente importanti di un universo incantevole, secondo una concezione universalistica strettamente connessa all’esperienza cristiana del pittore. Sin dall’inizio, infatti, l’arte sacra costituisce un aspetto fondamentale della sua attività pittorica e anche la visione del mondo subisce naturalmente l’influenza di un percorso di conversione all’amore cristiano. I profili spezzati delle figure, le macchie indefinite di colore sono il risultato di una visione confusa della realtà esterna, che appare sfocata, come accade quando la si osserva attraverso un vetro appannato. Il pittore ricopre l’immagine con il velo delle sensazioni che egli prova nell’osservare la realtà, così da restituirci un’impressione tanto sfocata quanto intima di essa. L’opera non corrisponde, dunque, a una registrazione immediata della natura effimera delle cose, quanto a una partecipazione sentita al mistero dell’esistenza. La materia cromatica si decompone e le forme si sgretolano, restituendo il senso di frammentazione e smarrimento proprio dell’uomo moderno di fronte alla realtà che lo circonda. Eppure Salvatori riesce a trasmettere un messaggio di speranza nel momento in cui ci invita ad andare oltre ciò che vediamo, per individuare la presenza del trascendente nella vita quotidiana, l’infinito immutabile ed eterno nel finito della nostra storia. Sotto il tocco del pittore, la città si risveglia e le forme si ricompongono lentamente: il generarsi dell’opera è vissuto come un momento di scoperta della meraviglia del creato, che si rinnova, di volta in volta, sotto i nostri stessi occhi. La consapevolezza del trascorrere del tempo e della caducità della vita non impedisce di godere delle meraviglie dell’universo, anzi, l’artista è colui che, prima di tutti gli altri uomini, cattura la vera bellezza nel mondo. L’arte è pura contemplazione della natura e, nello stesso tempo, manifestazione profonda dell’anima dell’uomo. Nello stile di Luigi Salvatori il realismo convive ed è superato dalla forza dell’immaginazione, dall’idea. L’opera nasce, infatti, dall’osservazione della realtà circostante, nella sua finitezza e materialità, per elevarsi tuttavia a strumento privilegiato di un’espressione libera dello spirito umano. Il pittore fa propria una concezione idealistica dell’arte come tappa nel processo dialettico di rivelazione dello spirito: essa rende possibile la comprensione piena dell’essenza perfetta e invisibile, della verità nascosta al di sotto delle apparenze esteriori e mutevoli delle cose. Sia nei dipinti dedicati alle immagini sacre, sia nei paesaggi che celebrano di riflesso l’opera divina del Creatore, Salvatori segue dunque un cammino di elevazione spirituale. Il suo è un messaggio nobile di riscoperta, attraverso l’arte, del senso dell’esistenza e dei valori positivi che guidano l’uomo nelle sue azioni e nei suoi desideri. L’artista sembra così volerci dire che la soluzione alle incertezze del presente non consiste nell’evadere in una dimensione altra, ma nel partecipare alla vita cercando di supplire, con la forza dell’immaginazione e il potere del sogno, alle paure che in noi suscita il caos e l’indefinitezza del mondo.”

 

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Esposizione

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con Carlo Verdone

 

 


Nessuna opera presente.

 
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